La guerra civile sul mare

A cura di Angelo D’Ambra

La battaglia di Mobile Bay
Oltre al blocco dei porti del Sud, sin dal 1862 l’Unione intraprese anche una campagna navale per dividere le forze della Confederazione lungo il fiume Mississippi. Di fatti, la maggior parte di queste navi erano poco più che chiatte a fondo piatto, azionate a vapore, con pesanti sponde in legno, perché il problema del dominio del Mississippi indirizzò l’intera industria navale soprattutto alla fabbricazione di corazzate fluviali, sui modelli di corvette e fregate civili. Leggi il resto

I revolver basculanti del west

A cura di Gian Carlo Benedetti

Sopra, l’interessante arma di Moore era una “open top” (castello aperto)
Il primo revolver basculante (swing out) in USA fu prodotto per la Confederazione dalla  Moore’s Patent Firearm Co. dal 1861 al 1863 in calibro 32 Rimfire a 7 colpi. Il progetto era del prolifico inventore Daniel Moore. Naturalmente si scontrava col brevetto Rollin White sulla foratura del tamburo, e quindi retrocarica, ma il Sud aveva ben altri problemi che la causa legale!
Sin 1866 il grande, ma purtroppo poco noto progettista passato poi alla Colt, William Mason, che allora lavorava alla Remington, brevettò un revolver a tamburo basculante (swing out) con estrattore a stella,  simile a quelli moderni che la ditta però usò solo su alcune conversioni anni e anni dopo. Leggi il resto

La marina del Sud

A cura di Angelo D’Ambra

Allo scoppio della Guerra Civile, i soldati del Sud rassegnarono le dimissioni e si diressero nei loro stati d’origine per unirsi all’esercito della loro nuova nazione. Lo stesso valeva per la marina, ma molti più marinai rimasero fedeli all’Unione perché il Sud non aveva infrastrutture navali, né navi. Eppure, partendo da zero e facendo affidamento sull’ingegno e sull’innovazione, la Confederazione fu in grado di mettere in azione più di venti corazzate e dar filo da torcere al Nord. Leggi il resto

Doc Osborne e Big Noose Parrot

A cura di Angelo D’Ambra

Macabri resti
La vicenda che ci accingiamo a raccontare è tetra e perversa. E’ così macabra che anche noi, prima di verificarne l’autenticità, stentavamo a crederla vera.
E’ la storia di Doc Osborne, primo governatore democratico del Wyoming, che, nel 1881, prese il cadavere di un criminale, Big Nose George Parrot, impiccato da una folla in tumulto, lo scuoiò, conciò la pelle e se ne fece una borsa da medico e un paio di scarpe. Il giorno del suo giuramento come governatore, nel 1892, aveva quelle scarpe ai piedi. Leggi il resto

Come la Hudson’s Bay Company cambiò la vita dei nativi

A cura di Angelo D’Ambra

I commerci della Hudson’s Bay Company
Per il reperimento di pellicce, gli inglesi della Hudson’s Bay Company si affidarono ai nativi. Volevano prevenire l’insorgere di contrabbando e la concorrenza tra società indipendenti e scelsero di concentrare tutto nelle mani degli indiani. A procacciarsi le pellicce non dovevano più essere gli europei, ma i cacciatori nativi e costoro avrebbero poi dovuto raggiungere le stazioni commerciali della compagnia per consegnare la merce. Leggi il resto

I francesi e il commercio delle pellicce nel Cinquecento

A cura di Angelo D’Ambra

Scambi commerciali operati dai francesi
La storia del commercio delle pellicce in Nord America affonda le sue radici nel Cinquecento, quando il francese Jacques Carier sbarcò per la prima volta nel Nuovo Mondo. Sperava di trovare grandi ricchezze come aveva fatto Hernan Cortes, invece andò incontro ad una grande delusione. Tra il 1534 ed il 1542, esplorò il fiume San Lorenzo e non trovò affatto oro, ma solo rocce, foreste e villaggi nativi. Eppure riuscì ad individuare qualcosa destinato a rivelarsi altrettanto importante. Lo colpirono quelle enormi quantità di folte e morbide pellicce di lontra, visone, martora e volpe che i nativi cedevano volentieri in cambio di coltelli e pentole. Leggi il resto

“Il Vento”, western femminista

A cura di Domenico Rizzi
La locandina del film
Quando si pensa al cinema western dei prmi decenni del Novecento, ci si riferisce solitamente – dopo gli iniziatori Wallace Mc Cutcheon (“Kit Carson”, 1903) e Edwin S. Porter (“L’assalto al treno”, 1903) – alle opere di David Wark Griffith, Thomas H. Ince e Cecil B. De Mille, autentici giganti del muto, che diedero un elevato contributo all’affermazione, diffusione e qualità del genere. Nella grande quantità di pellicole prodotte in quell’epoca, molte delle quali andate smarrite o distrutte, ve ne sono alcune che hanno segnato una pietra miliare nel percorso della filmografia western, anticipando tematiche e situazioni a cui anche il cinema moderno avrebbe poi attinto, spesso senza la medesima intensità dei precursori. “The Wind”, “Il vento”, fu una di queste. Leggi il resto

Gli Osage

A cura di Sergio Mura


Degli Osage e del loro destino ingrato si è sempre parlato abbastanza poco. Forse perchè non furono sufficientemente ostili nei confronti dei bianchi che avanzavano e che li tiravano all’interno di un vortice di relazioni pericolose; o forse perchè non furono protagonisti dei duri decenni della resistenza indiana nelle pianure. Attualmente gli Osage si trovano prevalentemente nella Osage County dell’Oklahoma, anche se è possibile incontrare piccoli insediamenti anche in altre parti del grande continente americano. Leggi il resto

Oklahoma, 1889, la folle corsa alla terra

A cura di Michele De Concilio

Con una sei-colpi appesa al fianco e un Winchester a pompa nelle mani, il giovane mandriano affrontò un altro pretendente illegale. “Siamo arrivati insieme”, gridava il secondo uomo. Pretendeva una suddivisione non equa della lussureggiante distesa verde da 160 acri nella quale si trovavano: a lui sarebbe andata la porzione più grande e al giovanotto, naturalmente, la più piccola. Il ragazzo fu irremovibile: “160 acri o sei piedi, per me è lo stesso…” Alla fine – insieme al suo Winchester – l’ebbe vinta ed ottenne la sua parte del nuovo Eden nella più selvaggia, grandiosa corsa per le nuove terre nella storia degli Stati Uniti. Leggi il resto

I carri nel vecchio west: prairie schooner, conestoga, chuck wagon e altri

A cura di Gaetano Della Pepa

I carri di trasporto più comunemente usati era i Conestoga, sviluppati in Pennylvania dai discendenti dei coloni Tedeschi. Erano larghi, pesanti ed avevano il fondo simile a quello delle barche, con i bordi ad angolo e il pavimento incurvato nel mezzo, in modo che i barili trasportati non potessero rotolare fuori quando il carro stava scalando o scendendo lungo una collina. Avevano una copertura di tela resistente all’acqua per proteggere il carico. I Conestoga erano trainati da gruppi di sei od otto cavalli e potevano trasportare fino a 5 tonnellate.
I commercianti sulla pista di Santa Fe adottarono il carro Conestoga per la sua resistenza e le sue dimensioni, però i carrettieri si accorsero che era preferibile adoperare buoi o muli poichè le immense distanze e la scarsità di acqua potabile lungo la pista impediva l’uso dei cavalli come animali da tiro. Leggi il resto

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